(Seguono: Comunicato Ordine giornalisti e Lettera di protesta). Martedì 8 marzo, presidio e critical mass in piazza Mercanti a Milano, a partire dalle ore 18. In bici e sciarpa bianca al collo. E il tricolore, chi fra noi lo vorrà portare, avrà anch’esso in cima una sciarpa bianca. Saremo tante e compatte, un’onda lunga che parte dalla manifestazione Usciamo dal Silenzio del gennaio 2006 in difesa della legge 194, proseguita in piazza della Scala il 29 gennaio scorso e poi dilagata in tutta Italia il 13 febbraio. Sempre ad inizio anno, ci fate caso? Si sono moltiplicate le iniziative e i gruppi: una rete di donne (…con o senza la partecipazione di uomini di buona volontà) che copre Milano, Roma, il Paese. I temi delle donne non sono più invisibili. Le donne hanno spezzato il silenzio da tempo: questo ci rende un bersaglio. Ma significa che riconoscono il nostro potere di pressione e proposizione. Ci attaccano attraverso i media (del Cav ma non solo) e ora puntano direttamente a provocare le giornaliste (vedi “Striscia”). Preannunciano attacchi anche da parte di qualche movimento “antagonista”. Pazienza e forza. Se conti lo devi mettere in conto… La giornata del’8 marzo a Milano sarà densissima, fatta di 24mila ore…. Pullula di iniziative collaterali, dal coordinamento fra tutte le università milanesi per creare uno spazio comune sulla ricerca di genere alla messa in scena di Alessandra Faiella d’un classico sulla sessualità di Franca Rame a Dario Fo, a rassegne cinematografiche, mercatini alternativi, mostre, concerti… (qualcosa lo si trova su questo blog fra i commenti del post “Striscia va alla guerra”). Ma l’importante è esserci e in tante, con o senza bici (meglio con) per presidiare la Loggia dei Mercanti e per dilagare in città…
Marina
9 marzo 2011 at 9:34 PM
NON SIAMO GALLINE COCCODE’
Il comunicato di Letizia Gonzales, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia:
“Il Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia Letizia Gonzales dopo aver visto la seconda puntata sul corpo delle donne mandata in onda la sera dell’otto marzo da Striscia la Notizia si dichiara indignata dalla manipolazione che è stata fatta di una notizia inesistente, tratta da una specie di sondaggio sull’uso del corpo delle donne nei loro giornali, mandato nei giorni scorsi alle giornaliste dei gruppi editoriali di Repubblica, l’Espresso, Mondadori e Condè Nast,.
Il quesito inviato alle colleghe è contenuto in una scheda che assomiglia a quella di un referendum autonomamente indetto da chi non ha titolo per farlo, con la grave scorrettezza di assimilare le mancate risposte al no. In ogni caso l’iniziativa poteva avere un significato se avesse riscosso un’alta adesione spontanea da parte delle persone interpellate, cosa che evidentemente non è avvenuta. Siamo quindi in presenza di un’operazione strumentale finalizzata a un attacco indiscriminato alla stampa che utilizza a questo scopo le giornaliste, indicate come disponibili a cedere sui temi etici, in cambio di garanzie economiche.
Gli autori di Striscia la notizia sembra non sappiano che sono anni che le giornaliste propongono di cessare l’uso massiccio dell’anatomia femminile e quello stereotipato dell’immagine della donna, come appare in Tv e su molti giornali.
È grave che si utilizzi una trasmissione di grande audience per l’attacco indiscriminato a un’intera categoria professionale, con l’aggravante della discriminazione sessista (gli uomini non sono chiamati in causa).
Voglio esprimere la mia personale solidarietà come donna e giornalista a Laura Rodotà ed a tutte le colleghe dei gruppi editoriali coinvolte come alibi a sostegno di una vergognosa manipolazione che vuole dimostrare l’indifferenza delle giornaliste verso i temi trattati nella grande manifestazione del 13 febbraio. Dispiace che chi fa spettacolo e vuole audience svilisca a tal punto un dibattito interessante e vivace che ha coinvolto un numero molto alto di persone in un momento in cui proprio le donne vivono con grande fatica e sacrificio -giornaliste incluse- i tempi difficili della crisi.”
9 marzo 2011 at 9:37 PM
Segnalo un errore, immagino di disattenzione: Letizia Gonzales è “la” presidente dell’Ordine lombardo…
A parte questo, condivido tutto
:-)) M.M.
9 marzo 2011 at 9:44 PM
Siamo delle giornaliste che si dissociano dal tentativo di delegittimazione del loro lavoro messo in atto dall’iniziativa promossa da “Striscia la notizia – Il corpo delle donne 2”.
L’ufficio stampa di Striscia La notizia ha inviato alle giornaliste dei gruppi Condé Nast, Mondadori, RCS e l’Espresso, una domanda così formulata:
“Dignità delle donne. Dopo la protesta, la proposta. È disposta a mettere la sua faccia nella battaglia per cambiare l’utilizzo che anche il suo giornale fa del corpo delle donne?”
Risposta Sì No * La mancata risposta verrà valutata come un no.
La domanda era accompagnata da un video “Il corpo delle donne 2”, in cui, mescolando surrettiziamente immagini pubblicitarie e servizi redazionali, viene passato il messaggio che la stampa “progressista” utilizzerebbe il corpo delle donne in modo contrario alla dignità delle stesse.
Le giornaliste, oltre a non ritenere professionalmente corretta la redazione di questo documentario, si rifiutano di rispondere in modo univoco a un sondaggio così formulato, diventando strumento di una battaglia politica faziosa e non intendono prestarsi a un gioco manipolatorio delle opinioni
Firmato (in ordine alfabetico)
Barbara Amadasi
Rita Balestriero
Elisa Pervinca Bellini
Francesca Boggeri
Francesca Cibrario
Elisabetta Caprotti
Livia Corbò
Fabia Di Drusco
Alice Furnari
Claudia Gastaldi
Patrizia Gatti
Marina Lanza
Laura Lazzaroni
Roberta Lippi
Raffaella Londei
Susanna Macchia
Laura Marino
Bianca Milani
Paola Montanaro
Sibilla Morgantini
Francesca Morosini
Elisa Nascimbene
Laura Pacelli
Oriana Picceni
Maria Giulia Pieroni
Maria Vittoria Pozzi
Tiziana Querin
Barbara Rinonapoli
Raffaella Rosati
Roberta Rotta
Tatiana Sagona
Laura Santambrogio
Lella Scalia
Donatella Signorio
Lorella Sironi
Stefania Tasca
Sara Uslenghi
Simona Valentini
Valentina Zanoni
Federica Zucchi
9 marzo 2011 at 9:53 PM
”Attivare subito l’Osservatorio per monitorare la rappresentazione della donna nel servizio pubblico radiotelevisivo, così come previsto dal Contratto di servizio finalmente approvato dal Cda. Convocare l’assemblea della giornaliste e lanciare un sondaggio all’interno del personale giornalistico della rai”. Queste le iniziative lanciate dalla Cpo Usigrai, che si presenta anche con un sito rinnovato (www.usigrai.it) e un proprio blog in occasione della festa della donna.
La Rai, rileva ancora l’Usigrai ”la più grande azienda culturale del Paese, deve fare la sua parte: basta ignorare le donne della realtà, basta raccontarle per stereotipi lesivi della loro dignità, basta utilizzare le donne nei programmi come soprammobili, rigorosamente giovani, belle e possibilmente mute. Basta discriminare le dipendenti nelle carriere e basta penalizzare le conduttrici in base all’età”.
La Cpo Usigrai intende convocare l’assemblea delle giornaliste per avere un confronto aperto tra colleghe, verificare gli eventuali disagi, capire come migliorare la qualità professionale e della vita. È increscioso che la Rai non abbia ancora l’ asilo nido aziendale. Infine il sondaggio: in occasione dei cento anni di celebrazione della festa della donna, la Cpo Usigrai promuove tra i dipendenti giornalisti e giornaliste, senza distinzione di genere, un sondaggio anonimo.
L’obiettivo è arrivare ad un identikit più dettagliato dei 1.600 giornalisti Rai, di cui circa la metà donne. Quanti sono i genitori, se e con quanti figli, quali le condizioni del posto di lavoro, eventuali discriminazioni e violazioni contrattuali. (ANSA)
15 marzo 2011 at 5:13 PM
http://www.facebook.com/pages/Sciarpa-bianca-sul-tricolore/137429616323436
15 marzo 2011 at 6:21 PM
http://tinyurl.com/5wqjtwt